Storie: L’impresa del Kastorià, la prima provinciale ad alzare una Coppa

 

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Per la prima volta nella storia di questa città, alle nove di sera tutti i negozi erano chiusi e non c’era anima viva per strada. Non era successo mai, né durante le elezioni, né nelle feste nazionali. Nel Liceo della città c’erano gli esami il sabato pomeriggio, ma tanti studenti hanno lasciato a metà per scappare a prendere il pullman speciale che partiva alle 19 per andare ad Atene…

Kastorià è una piccola cittadina della Macedonia occidentale, gemellata con il comune siciliano di Enna, ed è famosa in Europa come uno dei più importanti centri per la lavorazione delle pellicce: tant’è che i giocatori della squadra locale vengono chiamati pellicciai. Nel maggio 1980, questa città è diventata nota anche dal punto di vista sportivo, per due motivi molto semplici. All’inizio del mese nasce Dimitris Diamantidis, uno dei protagonisti della Nazionale di pallacanestro negli anni 2000; alla fine del mese, la squadra locale conquista il Kypello Elladas, il primo trofeo mai vinto da una formazione di provincia, ossia fuori da Atene Salonicco.

I giallorossi del Kastorià erano saliti in Α’ Εθνική (l’attuale Super League 1) nel 1974, riuscendo nelle prime stagioni ad assicurarsi sempre delle salvezze tranquille e riuscendo a formare una rosa interessante, con giocatori che avrebbero poi fatto carriera in grandi squadre, come il portiere Sarganis. Per la stagione 1979-1980, la sesta di fila in Α’ Εθνική e la prima dell’era del professionismo, il Kastorià ingaggia il 20enne Takis Tsironis dal Makedonikos: un attaccante spietato, che diventa subito titolarissimo. Insomma, era una squadra che voleva alzare il proprio livello, cercando un’opportunità per affermarsi. E questa arriva non in campionato, ma in Coppa.

ANTEFATTO

28 novembre 1979, il Kastorià debutta nel primo turno del Kypello Elladas contro i biancoblù del Ethikos, squadra del Pireo, nel vecchio Karaiskakis. I giallorossi hanno tanta fortuna, subiscono cinque (!) pali e ai supplementari rubano la qualificazione con una rete di Bergeles. Una delle scene più cult della storia del calcio greco avviene negli spogliatoi: l’allenatore dell’Ethnikos entra negli spogliatoi degli avversari e va simpaticamente a strusciarsi sul portiere giallorosso Ermidis. Quando l’ultimo gli chiede sbalordito cosa stesse facendo, l’allenatore biancoblù risponde: «Voglio solo prendere un po’ della tua fortuna».

Oltrepassato il primo ostacolo, il Kastorià a febbraio saluta il tecnico polacco Kazimierz Górski (andato all’Olympiakos) e accoglie in panchina Savvas Vasiliadis, ma la sostanza non cambia: supera brillantemente Kavala, Olympiakos LoutrakiouLarissa, qualificandosi in primavera alle semifinali del torneo. Le quattro squadre arrivate a questo punto erano tutte della Macedonia: PAOK, Iraklis, MakedonikosKastorià. Ed ecco che arriva il secondo colpo di fortuna, perché i nostri protagonisti vengono sorteggiati con il Makedonikos, una squadra di B‘ Εθνική (Serie B) ma soprattutto l’ex compagine della stellina Tsironis, che segna nella partita di andata, vinta per 2-0 in casa, e guida la squadra anche nella vittoria del match di ritorno per 1-2.

Durante l’ultima partita arriva un altro momento cult, raccontato dal libero e recordman di presenze nella storia del Kastorià, Lazaros Alexiadis:

Mentre stavamo vincendo, l’arbitro ammonisce il mio compagno di squadra Antonis Kòpanos. Io mi sono girato spontaneamente e ho urlato: «Kòpanos (che in greco vuol dire “idiota”, ndr), perché ti lamenti ancora?». Quindi l’arbitro, pensando che mi riferissi a lui, mi espelle e io scoppio a piangere, perché con il rosso diretto avrei saltato la finalissima. Stavo cercando di spiegargli che Kòpanos era il cognome del mio compagno, però non ha cambiato la sua decisione. Alla fine mi hanno dato solo una giornata di squalifica, non ho giocato una partita di campionato e per fortuna ero regolarmente presente in finale.

IL GRANDE GIORNO

In finale, il Kastorià trova l’Iraklis del grande Chatzipanagis, la stella degli anni ’80, che ha sconfitto il PAOK in semifinale. Ma dietro quell’epico doppio scontro, c’è un’ombra sospetta: un difensore del PAOK ha denunciato un tentativo di corruzione da parte del presidente dell’Iraklis Kostas Pertsinidis, in modo tale da alterare la prestazione del giocatore bianconero in vista della semifinale di ritorno del 21 maggio. Questa notizia viene alla ribalta e, il giorno dopo la qualificazione in finale, il presidente Pertsinidis viene arrestato e condannato a tre anni di detenzione, con l’Iraklis che rischia così la retrocessione d’ufficio per responsabilità oggettiva, che arriverà qualche settimana dopo la finale. Per la cronaca, anni dopo il presidente verrà assolto dalla Corte d’Appello.

Così, il morale degli avversari era sotto i tacchetti quando il Kastorià raggiunge la città di Atene in vista della finalissima di domenica 25 maggio. Leggende narrano che il tecnico Vasiliadis abbia fumato un numero spropositato di sigarette dal nervosismo davanti all’albergo della capitale in cui alloggiavano i giallorossi. I tifosi della squadra arrivavano con ogni mezzo possibile: addirittura alcuni sostenitori sono arrivati ad Atene con un volo charter da Francoforte, per stare insieme ai propri beniamini.

In totale, saranno 4000 i supporter giallorossi presenti sugli spalti dello stadio Nikos Goumas di Nea Filadelfeia, la casa dell’AEK Atene. La copertura televisiva è affidata alla televisione di stato ERT (con il video integrale dell’incontro qui); la trasmissione in bianco e nero rende difficile il lavoro del telecronista Giannis Diakogiannis che se la cava, con qualche imbarazzo iniziale, egregiamente, esordendo così: «Purtroppo entrambe le squadre hanno la maglia scura e i pantaloncini chiari, col Kastorià che li ha di color giallo… Vabbè, comunque il Kastorià si trova alla nostra destra, mentre l’Iraklis è sulla sinistra».

LA PARTITA

E racconta una partita divertente, con ribaltamenti di fronte e ben sette reti. Al 14′ il portiere Sarganis abbatte in area ChatzieleftheriouKalabakas porta in vantaggio l’Iraklis dal dischetto. Il Kastorià in quanto a qualità è inferiore agli avversari, ma si trova in condizioni fisiche eccezionali, pressando per tutto il campo come se i giocatori avessero dei motori nelle proprie gambe. Arriva così al 40′ al pareggio, con Simeoforidis che batte una lunghissima rimessa laterale dalla sinistra e il portiere dell’Iraklis Papadopoulos che calcola male la traiettoria del pallone e la devia in porta.

Nella ripresa, il Kastorià vede la strada spianarsi dopo il vantaggio al 49′ ad opera di Dintsikos (il giocatore sorretto dai tifosi nella foto, ndr) e l’espulsione di Michailidis, difensore dell’Iraklis, al 54′. I giallorossi dominano in campo e completano l’opera con il solito Tsironis, che segna una tripletta; a nulla è servita la rete all’80’ di Mavrodoulakis per la squadra di Salonicco.

Il Kastorià diventa così la prima provinciale a vincere un trofeo nazionale, battendo in finale di Kypello Elladas per 5-2 l’Iraklis. La gioia dei 4000 tifosi è sfrenata, il presidente scoppia in lacrime e la tifoseria avversaria, con grande fair play, applaude agli eroi giallorossi, ammettendo così la loro superiorità in campo.

Uno dei protagonisti di questa avventura è stato Giorgos Paraschos, ex allenatore dell’Asteras Tripolis, che era il capitano di questa squadra:

I momenti che abbiamo vissuto in quella stagione rimarranno indimenticabili per noi, perché era successo qualcosa di incredibile per una provinciale. Sarà un successo che potremo raccontare per tutta la vita. Tutte le partite sono state emozionanti, ma penso che la finalissima con l’Iraklis è stata qualcosa di unico. Penso che i nostri avversari ci avessero sottovalutati, però in quella partita tutto andò per il verso giusto, come l’infortunio di Chatzieleftheriou, uno dei loro attaccanti più forti e l’espulsione all’inizio del secondo tempo. Noi ne abbiamo approfittato perché abbiamo giocato con le gambe sciolte e senza andare in ansia. Ricordo che dopo la vittoria ci hanno accolto in città 2000 tifosi come degli assoluti trionfatori, con emozioni che anche adesso sono difficili da descrivere. Senza ombra di dubbio, è stato il momento più alto della mia carriera insieme alla prima convocazione in Nazionale, cosa rara per un giocatore di una provinciale.

Il Kastorià ha aperto la strada ad altre squadre come il Larissa e l’OFI che sono riusciti ad alzare un trofeo contro le superpotenze di Atene e Salonicco. Negli ultimi anni, purtroppo, i pellicciai hanno avuto un’esistenza difficile, visto che nella scorsa annata non si sono iscritti ad alcun campionato per problemi economici e, notizia di questa estate, giocherà nella Seconda categoria locale nella stagione 2019-2020.

Almeno ci sarà questa splendida avventura da raccontare, così anche i più giovani si potranno ricordare che, qualche tempo fa, questa piccola squadra ha scritto la storia.

 

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