La meravigliosa storia del Museo del Platanias raccontata dal suo giovane fondatore

«Primo anno del Platanias in Super League nel 2012. Avevo 14 anni e ho amato questa squadra come nessun’altra. Pensa che prima ero un tifosissimo dell’Olympiakos: lascio alle spalle i vari Rivaldo, Galletti, Djordjevic e Nikopolidis per concentrarmi su una squadra che aveva appena cominciato la sua avventura nella massima serie».

Queste le prime parole di Giorgos Sapsakis, 23enne di Elafonissi (Chania, Creta), che ha voluto mettere in pratica un’idea fantastica: collezionare quanto più materiale possibile per conservare la memoria del Platanias nelle sei stagioni di fila in Super League – dal 2012-2013 al 2017-2018 – e non solo, come vedremo. Nonostante la squadra biancorossa attualmente si trovi in Gamma Ethnikì, la Serie D greca, Sapsakis continua nel suo prezioso operato, insieme all’aiuto del padre Alekos.

Α partire da una maglia che, a suo modo, ha fatto la storia: «La mia prima divisa è stata quella di Vasco Faísca (ex Vicenza e Padova tra le altre, ndr) dalla partita in cui aveva segnato il gol fantasma di testa che aveva permesso al Platanias di battere per 2-1 l’Aris nel 2014».

«A quei tempi andavo solo a prendere la maglietta dai giocatori, senza un progetto dietro. Gradualmente, accumulando materiale mi sono chiesto cosa avrei potuto fare. Così ho pensato di organizzare qualcosa di strutturato, ossia il Museo del Platanias, a partire dalla stagione 2012-2013. La stessa società mi ha regalato una maglia personalizzata durante l’ultima stagione in Super League (2017-2018, ndr) ed eravamo in ottimi rapporti».

Cosa possiamo trovare nella tua collezione all’interno del Museo?

«Ho circa 320 maglie del Platanias, praticamente tutte quelle dal 2011-2012, la stagione della promozione in Super League, fino ad oggi. Adesso ho l’hobby di raccogliere le maglie dei giocatori che sono passati dal Platanias. I più generosi con me sono Giannis Zaradoukas e Thomas Nazlidis, attuale team manager dell’Aris, perché ho praticamente tutte le maglie della loro carriera. Un altro giocatore molto gentile è Kostas Mendrinos, con cui sono ancora in contatto. In totale, dal 2012 al 2015 avevo 28 maglie, nel 2016 circa 190 e ad oggi quasi 400 match worn. Infatti, non ho solo divise del Platanias, ma anche di tutte le squadre di Super League, di Samaris del Benfica e alcune della Nazionale, tra cui una di Karagounis di un’amichevole prima di Euro 2004».

Ovviamente non avrai solamente maglie…

«Αnche palloni, fasce da capitano, calzettoni e biglietti come quello della finale di Champions League tra Liverpool e Tottenham. Il 90% del materiale però è strettamente legato al Platanias. Il Museo è il primo dedicato ad una squadra greca che è stato fondato da una persona che non fa parte della società. Ηο visto che anche un altro ragazzo sta per organizzare qualcosa di simile per il Larissa e gli auguro buona fortuna».

In questo momento qual è il tuo obiettivo per il Museo?

«Completare la collezione del Platanias, raccogliendo tutto quello che è disponibile. Mi ha contattato quasi casualmente un portiere degli anni Ottanta-Novanta del Platanias e mi ha dato palloni, maglie, borsoni e scarpini da calcio di quegli anni. La stessa persona mi ha dato anche il pallone della finale di Coppa provinciale del 1990 tra Chania e Platanias, firmata dai capitani delle due squadre: per me è un reperto di grandissimo valore».

Cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere un’avventura come la tua?

«Bisogna munirsi di tanta pazienza e soprattutto si deve amare quello che si sta facendo. Senza la pazienza, il tempo e la voglia non si riuscirà mai ad organizzare questo. Ho così tanta voglia che se qualcuno mi dice che ha una maglia per il Museo a 500 km da me, partirei subito senza aspettare cinque giorni per la consegna. Non penso affatto all’aspetto economico perché è indescrivibile la mia felicità quando la gente viene a visitare il museo».

Come te la cavi con le poste, visto che ti trovi in un paesino su un’isola come Creta?

«E se ti dicessi che le poste greche funzionano perfettamente? Che le poste greche siano benedette (ride, ndr). Un paio di anni fa un giocatore presente nell’anno della promozione e nella prima stagione in Super League, Igor Mirčeta, mi ha mandato dalla Norvegia la maglia del 2011-2012. Ho una maglia della stagione 1979-1980 e una dal campionato 1990-1991, quando il Platanias militava nei dilettanti. Ovviamente sono presenti anche tre o quattro maglie di Giorgos Giakoumakis (attualmente capocannoniere in Eredivisie, ndr)».

Qual è stata la maglia più difficile che hai trovato per il tuo Museo?

«Cercavo da tempo una maglia della Nazionale greca, a parte quella di Karagounis che non me l’ha mandata lo stesso giocatore. Mando un messaggio su Instagram a Fanis Gekas, spiegandogli cosa fosse il Museo, confessandogli che sarei stato onorato di avere una sua maglia. E lui mi risponde “certamente”, però me l’hanno detto in tanti… Un paio di giorni dopo, però, Fanis mi manda la foto della maglia e vedo sorprendentemente che ha la patch di Euro 2008. Quando l’ho ricevuta è come se avessi avuto la maglia di Messi. Per me Gekas è molto importante per il calcio greco: terzo marcatore della storia della Nazionale (con 24 reti, ndr) e capocannoniere della Bundesliga col Bochum. Da lì in poi ho ricevuto la maglia della Nazionale di Anatolakis da un’amichevole contro la Croazia (marzo 1999, ndr) e un’altra senza nome di un’altra amichevole di una decina di anni fa. Pochi giorni fa mi ha scritto Giannis Zaradoukas dicendomi che mi avrebbe spedito la sua maglia del debutto da titolare in Nazionale contro Israele del 2011».

Gekas in posa con la maglia e la dedica per il Museo del Platanias.

«Un’altra maglia difficile, che è arrivata in condizioni migliori di quanto mi aspettassi, è stata quella del capitano dell’Apoel Nicosia Giorgos Merkis da una partita di Europa League. Visto che ho di tutto del campionato greco e soprattutto del Platanias, attualmente cerco una maglia della Champions League…».

Merkis dell’Apoel e Zaradoukas della Nazionale: altre due aggiunte per il Museo.

Ci puoi raccontare un aneddoto curioso su uno dei cimeli del tuo Museo?

Il giovane Sapsakis con Vlachodimos

«Viene Panagiotis Vlachodimos (ala classe ’91, fratello del portiere Odysseas, ndr) in prestito dall’Olympiakos per la seconda parte della stagione 2013-2014 e noi tifosi lo accogliamo in aeroporto. Appena lo vedo gli dico: “Panagiotis, prenderò la tua maglia, ricordatelo”. La sua risposta è stata: “Non sono nemmeno arrivato e tu mi parli già di maglie?”. Comunque Vlachodimos segna una tripletta (la prima della sua carriera, ndr) nel 7-0 contro il Kalloni e appena finisce la partita vado da lui, che mi dice: “Ah, allora non ti sei dimenticato!”. Ricordo che aveva segnato anche altre reti che ci hanno permesso di raggiungere la salvezza in quel campionato».

Giorgos Sapsakis insieme al padre Alekos, con cui ha fondato il Museo

I contatti del Museo del Platanias

Lockdown permettendo, potete visitare il Museo nel paesino di Kefàli, comune di Innachòri, a circa 60 km da Chania. Se volete fare una tappa turistica da sogno, si trova a 30 km da Elafonissi, una delle più belle spiagge d’Europa. L’ingresso è gratuito.

Su Facebook potete trovarlo come Μουσείο Πλατανιά (it. Museo del Platanias), dove si presenta con due belle mantinàdes, versi in rima baciata tipici di Creta, legati al Museo e al Platanias. Su Instagram, invece, è presente come @platanias_museum. In entrambi i social ci sono le foto dei nuovi arrivi e dei pezzi pregiati, quindi vi consigliamo di seguirli. Da buon museo è anche presente su Tripadvisor.

Se siete interessati ad arricchire la collezione del Museo del Platanias, potete contattare il fondatore Giorgos Sapsakis su Instagram.

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Il pagellone del calciomercato invernale greco 2020-2021

Ci aspettavamo una sessione senza grandi spunti in questo periodo difficile sia dal punto di vista psicologico che economico. Questi presupposti sono stati smentiti categoricamente perché in un mese abbiamo visto squadre che si sono rigenerate totalmente e nomi da stropicciarsi gli occhi.
In questo articolo passeremo in rassegna tutte le 14 squadre di Super League 1 con i movimenti in entrata e in uscita, il nostro giudizio e un voto.

OLYMPIAKOS
Acquisti: Sokratis Papastathopoulos (centrale difensivo, 1988, Arsenal), Oleg Reabciuk (terzino sinistro, 1998, Paços de Ferreira), Kenny Lala (difensore, 1991, Strasburgo).
Cessioni: Rúben Vinagre (terzino sinistro, 1999, fine prestito, Famalicão), Pape Abou Cissé (centrale difensivo, 1995, prestito, Saint-Étienne), El Arbi Hillel Soudani (attaccante, 1987, Al-Fateh), Bruno (ala, 1994, Aris), Pêpê (centrocampista, 1997, prestito, Famalicão), Rafinha (terzino sinistro, 1985, rescissione), Maximiliano Lovera (trequartista, 1999, prestito, Racing Club), Ioannis Kosti (centrocampista, 2000, prestito, Levadiakos).

La squadra del Pireo, attualmente prima in classifica in campionato a +14 dall’Aris secondo, rinforza ulteriormente la rosa anche in vista dei sedicesimi di Europa League. La società ha esclusivamente investito sul reparto difensivo, corroborandolo con l’arrivo di tre giocatori: l’acquisto di punta è senz’altro quello di Sokratis Papastathopoulos, che torna in Grecia dopo l’esperienza di due anni e mezzo passata all’Arsenal; con una carriera internazionale alle spalle, a 32 anni ha ancora diverse stagioni di fronte a sé, e sarà il perno della difesa degli erithrolefki. A disposizione di Pedro Martins è arrivato anche Oleg Reabciuk, terzino sinistro moldavo prelevato per 3.5 milioni di euro dal Paços de Ferreira, che è stato subito lanciato titolare al posto di José Holebas, troppo avanti con l’età (36) per correre sulla fascia con ritmi regolari. In ordine cronologico, l’ultimo innesto è Kenny Lala, difensore francese 29enne poliedrico che può ricoprire tutti i ruoli difensivi, con una discreta esperienza in Ligue 1. Capitolo cessioni: lascia la squadra Rúben Vinagre, calciatore il cui cartellino è detenuto dal Wolverhampton e che termina il prestito al Pireo per trasferirsi, sempre in prestito, al Famalicão; il centrale di difesa senegalese Cissé va in prestito fino a fine stagione al Saint-Étienne, che paga 600.000€ per il prestito semestrale; l’attaccante 33enne algerino Soudani, dopo un anno e mezzo con i biancorossi, si trasferisce definitivamente in Arabia Saudita, firmando per l’Al-Fateh. L’ala d’attacco brasiliana Bruno, non trovando spazio, firma per l’Aris a titolo gratuito. Maximiliano Lovera, trequartista argentino classe ’99, torna in prestito in patria al Racing Club fino a dicembre. Anche Ioannis Kosti e Pêpê vengono mandati in prestito, rispettivamente al Levadiakos e al Famalicão. Il terzino Rafinha, invece, rescinde il contratto con il Thrilos. Tra l’11 e il 13 febbraio l’Olympiakos ha rinnovato con: El Arabi (2022), Masouras (2024), Semedo (2023), Camara (2024), Ba (2024), Ranđelović (2024), Vrousai (2024), Androutsos (2023), Cissé (2024) e Tzolakis (2024).

Voto: 7
Pochi acquisti ma di qualità e funzionali per allungare la rosa, impegnata in tre competizioni.

PAOK
Acquisti: Vladimir Bradonjić (ala sinistra, 1999, Radnik), Amr Warda (trequartista, 1993, fine prestito, Volos), Abdul Rahman Baba (terzino sinistro, 1994, prestito, Chelsea), Michal Krmenčík (centravanti, 1993, prestito, Club Bruges), Lazaros Lamprou (ala, 1997, fine prestito, Twente), Shinji Kagawa (trequartista, 1989, svincolato), Giannis Konstantelias (trequartista, 2003, PAOK U19)
Cessioni: Dimitris Giannoulis (terzino sinistro, 1995, prestito, Norwich), Anderson Esiti (mediano, 1994, prestito, Göztepe), Moussa Wagué (terzino destro, 1998, fine prestito, Barcellona), Diego Biseswar (ala, 1988, prestito, Apollon Limassol), Rodrigo Rey (portiere, 1991, Gimnasia La Plata)

Pablo García ha dovuto rimediare ai (tanti) errori di costruzione dell’organico fatti in estate. Čolak e Murg in attacco non stavano dando i risultati sperati, con il gigante ceco Krmenčík pronto a dare soluzioni in avanti. Il grande nome è Shinji Kagawa: il nipponico era stato svincolato dal Saragozza tre mesi fa, quindi occhio alla sua condizione fisica. Amr Warda torna a Salonicco dopo un ottimo inizio di stagione col Volos e andrà praticamente a ricoprire il vuoto lasciato da Pelkas. Il terzino Baba dal Chelsea potrebbe essere l’arma in più, così come anche le ali Bradonjić e Lamprou che, tuttavia, potrebbero formare un po’ di assembramento in attacco. In uscita ci sono Giannoulis in prestito al Norwich con obbligo di riscatto in caso di promozione in Premier della squadra inglese fissato a 8.5 mln con il PAOK che avrà il 20% nel caso di una futura rivendita. Esiti e Biseswar, col secondo in enorme calo di rendimento, hanno trovato pochissimo spazio e sono stati ceduti in prestito. Menzione speciale per lo sfortunato Wagué, tornato al Barcellona dopo il terribile infortunio al ginocchio rimediato nel derby contro l’Aris che gli farà saltare tutto il 2021. Infine, dopo tre stagioni e mezzo lascia la società bianconera il portiere Rodrigo Rey che ha giocato poco (21 partite), con la scorsa annata tra Pachuca e Godoy Cruz in prestito, ma nel suo palmarès ha due Coppe e soprattutto il campionato del 2019.

Voto: 5.5
Bene Warda, benino Krmenčík, Kagawa bel colpo ma è da valutare il suo stato di forma. L’assenza di Giannoulis, tuttavia, si farà sentire: perdere uno dei leader a metà stagione non è mai semplice.

ARIS
Acquisti: Nicholas Ioannou (terzino sinistro, 1995, Nottingham Forest, prestito), Konstantinos Mitroglou (centravanti, 1988, Oympique de Marseille), Bruno (ala, 1994, Olympiakos).
Cessioni: Toni Datković (difensore, 1993, Cartagena, prestito), Fabian Ehmann (portiere, 1998, Vendsyssel FF), Cristian Lopez (centravanti, 1989, FC Cartagena, prestito), Ali Adem (centrocampista, 2000, KF Shkupi, prestito).

I gialloneri, con una partenza di campionato incredibile, si erano assestati stabilmente al primo posto per il primo mese e mezzo, salvo poi cedere il passo all’Olympiakos. Ciononostante, sono in piena corsa per poter terminare la regular season nella zona alta della classifica. Mercato in entrata non troppo movimentato ma mirato a puntellare tutti i reparti della squadra. Il ritorno in Grecia di Mitroglou, preso a parametro zero, ha portato qualità ed esperienza in un attacco che è privo di un vero centravanti, e che ha adattato molte volte Mancini come punta per far rifiatare Manos. Il secondo acquisto è quello di Bruno, esterno d’attacco brasiliano arrivato dall’Olympiakos anche lui a zero, che era stato cercato dalla società di Salonicco anche la scorsa estate e che solo ora, dopo essere stato rilasciato dai kokkini, ha firmato un contratto di due anni e mezzo con i kitrinomavroi, che aggiungono una pedina fondamentale per il centrocampo. Come terzo acquisto, che in realtà è stato il primo ad essere ufficializzato in ordine temporale, abbiamo il prestito semestrale di Nicholas Ioannou, terzino sinistro cipriota del Nottingham Forest che arriva a Salonicco per mettere minuti nelle gambe. Lasciano la squadra, entrambi in prestito fino a fine stagione al FC Cartagena, Toni Datković e Cristian Lopez, di ruolo rispettivamente mediano e centravanti; finisce in prestito semestrale anche il centrocampista classe 2000 Ali Adem, che torna in patria al KF Shkupi per guadagnare esperienza e minuti giocati. Saluta definitivamente i gialloneri il portiere austriaco Fabian Ehmann, che in questa stagione non aveva trovato spazio nemmeno per una presenza e che si trasferisce a parametro zero in Danimarca, al Vendsyssel FF.

Voto: 6.5
Un buon mercato in ottica Europa, dopo anni dall’ultimo campionato così competitivo per i kitrinomavroi.

AEK
Acquisti: Oleh Dančenko (terzino destro, 1994, Rubin Kazan)
Cessioni: Petar Karaklajić (ala sinistra, 2000, prestito, Rad Belgrado), Paulinho (terzino destro, 1991, rescissione, Gil Vicente), David Simão (centrocampista centrale, 1990, prestito, Moreirense), Giannis-Foivos Botos (trequartista, 2000, prestito, Go Ahead Eagles), Marco Livaja (attaccante, 1993, rescissione, Hajduk Spalato).

Una sola entrata, ma mirata. L’ucraino Dančenko è il profilo trovato dai gialloneri per una maggiore spinta sull’out destro di difesa, reduce da un buon semestre all’Ufa con 15 presenze condite da 6 assist. I due principali obiettivi erano un portiere (viste le non esaltanti prestazioni di Tsintotas e Athanasiadis) e un difensore centrale affidabile. Arriverà lo stopper Goutas dall’Atromitos, ma sarà a disposizione solamente a partire dalla prossima stagione. In uscita ceduti in prestito le giovani ali Karaklajić e Botos, come anche il 30enne Simão, il cui contratto scade nel 2022. In uscita, oltre a Paulinho che ha rescisso, potrebbe esserci anche il terzino sinistro Emanuel Insúa, visto che il patron Dimitris Melissanidis ha espresso la propria insoddisfazione dopo una prima parte di stagione alquanto negativa. Nélson Oliveira ha il contratto in scadenza a giugno: è stato ad un passo dal Nantes ma per ora rimane all’AEK. Infine, dopo un tira e molla con la società giallonera per il rinnovo, Marco Livaja ha rescisso per tornare a giocare a casa sua, all’Hajduk Spalato, dopo ben undici anni di assenza.

Voto: 5.5
A inizio mercato servivano un centrale difensivo e, possibilmente, un portiere. Obiettivi sfumati e rosa non sufficientemente rinforzata.

PANATHINAIKOS
Acquisti: Younousse Sankharé (centrocampista, 1989, CSKA Sofia), Cheikh Niasse (difensore, 2000, prestito, Lilla), Yeni N’Gbakoto (esterno, 1992, Guingamp).
Cessioni: Antoñito Perez (terzino, 1987, Cartagena), Vassilis Zagaritis (terzino, 2001, Parma), Theofanis Mavromatis (difensore, 1997, Atromitos), Dimitrios Emmanouilidis (ala, 2000, prestito, Fortuna Sittard).

Con l’esonero dell’allenatore spagnolo Dani Poyatos a novembre, a causa di un inizio stagione al di sotto delle aspettative – sia sotto il punto di vista del gioco che dei risultati – le redini della panchina sono state affidate al tecnico romeno László Bölöni, con cui i tryfilli hanno ottenuto 11 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte in 16 partite. Sono arrivate vittorie importantissime contro l’AEK, il PAOK, l’Aris e l’Olympiakos, permettendo ai biancoverdi di agguantare il 5° posto in classifica, a soli due punti dall’Aris secondo. Per quanto riguarda il mercato, il nuovo allenatore aveva chiesto di rafforzare soprattutto il reparto mediano con innesti che potessero permettere maggiore fisicità e pressing; per la prima volta nella storia del club, il calciomercato di gennaio è composto da tre acquisti, tutti e tre di origine africana. Il primo acquisto è stato Younousse Sankharé, centrocampista senegalese 31enne ingaggiato a parametro zero dal CSKA Sofia, con un’esperienza decennale in Francia tra PSG, Lione e Dijon; si è subito rivelato fondamentale, andando a segno nella vittoria esterna per 3-2 contro l’Atromitos e nel derby contro l’Olympiakos, sfornando anche un assist. A titolo definitivo arriva anche Yeni N’Gbakoto, esterno di centrocampo 29enne nazionale congolese, ex Metz e QPR. L’ultimo nuovo innesto è Cheikh Niasse, mediano classe 2000 in prestito fino a fine stagione, di proprietà del Lilla, in cui ha giocato sin dalle giovanili. Sul fronte delle uscite, il terzino sinistro 19enne Vassilis Zagaritis ha lasciato il Pana per firmare per il Parma; la società ducale ha acquistato il cartellino per una cifra intorno ai 300.000€, nonostante Bölöni avesse espresso il suo malcontento riguardo la cessione, tentando anche di promuoverlo in campo. Se ne va anche Theofanis Mavromatis, centrale di difesa che nelle ultime due stagioni non ha mai trovato spazio, firmando per l’Atromitos. L’esterno destro Antoñito Perez, classe 1987, torna in patria firmando per il Cartagena. Saluta momentaneamente il Panathinaikos Dimitrios Emmanouilidis, che raggiunge il Fortuna Sittard in prestito fino a fine stagione, per trovare più spazio.

Voto: 6+
Con una rosa già lunga, viene migliorato il centrocampo con esperienza e forza fisica, per poter puntare di nuovo alle qualificazione delle competizioni europee dopo tre anni di digiuno legato al ban della UEFA.

ASTERAS TRIPOLIS
Acquisti: nessuno
Cessioni: Giorgos Antzoulas (centrale difensivo, 2000, prestito, Cosenza)

Calma piatta in Arcadia, con Milan Rastavac che non avrà alcun nuovo nome nella propria rosa. L’unico giocatore che ha lasciato l’Asteras è stato Giorgos Antzoulas che è andato in prestito al Cosenza in Serie B per mettere minuti nelle gambe, visto che in questo campionato è sceso in campo solamente una volta. Per il centrale 20enne non sarà la prima esperienza italiana, dato che ha giocato nella stagione 2018-2019 nella Primavera della Fiorentina di Emiliano Bigica.

Voto: 6.5
La stagione sta andando davvero bene, quindi perché cambiare? Mezzo voto in più per aver tenuto l’ariete Jerónimo Barrales, dopo essere stato a un passo dall’Aris.

VOLOS
Acquisti: Alberto Bueno (attaccante, 1988, svincolato), Renato Santos (ala, 1991, svincolato), Fausto Grillo (terzino sinistro-centrale difensivo, 1993, svincolato), José Rivas Gamboa (attaccante, 1998, Estudiantes), Dardo Miloc (centrocampista, 1990, Patronato).
Cessioni: Erik Jendrišek (attaccante, 1986, Nitra), Amr Warda (trequartista, 1993, fine prestito, PAOK), Iker Guarrotxena (attaccante, 1992, Western United), Anastasios Karagkiozis (portiere, 1997, svincolato), Stergios Dimopoulos (centrale difensivo, 1990, Levadiakos).

La squadra della Tessaglia sembra destinata ad una salvezza tranquilla anche in questa stagione, avendo accarezzato anche la possibilità di raggiungere i playoff. Gli sviluppi sulla cessione della società da parte di Achilleas Beos ad un fondo argentino ha portato novità anche sul fronte mercato. Infatti, gli acquisti di Rivas Gamboa e Miloc nell’ultimo giorno di mercato sono, proprio come annunciato dai rossoblù, «scelte dei candidati investitori del Volos FC». Nella scorsa stagione al Trapani in Serie B, il difensore argentino Fausto Grillo è approdato al Volos dopo una prima parte di stagione senza squadra: gioca prevalentemente da terzino sinistro (o da esterno in un centrocampo a 5) ma in Grecia viene schierato da centrale di sinistra in una difesa a 4. Questo perché sull’out mancino il titolare è Franco Ferrari, che ha appena rinnovato fino al 2023, come anche Gerasimos Mitoglou, vicino di posto di Grillo in difesa, fino al 2024. In attacco, per sostituire Jendrišek, Warda e Guarrotxena, sono arrivati Alberto Bueno e Renato Santos. Bueno è una punta scuola Real Madrid (con una manciata di presenze nella stagione 2008-2009) con annate di buon livello tra Valladolid e Rayo Vallecano. Dopo un passaggio al Porto, e un’esperienza al Boavista, era rimasto svincolato e il Volos ha approfittato dell’occasione. Anche l’ala portoghese Santos ha un buon curriculum alle spalle, con due stagioni da titolare nel Malaga nelle ultime due stagioni: unica pecca è la scarsa vena realizzativa in carriera. Tuttavia, questi due nomi non sono riusciti ancora a fare bene nelle prime settimane, ma la strada è ancora lunga.

Voto: 5.5
L’assenza di Warda si sta facendo sentire in avanti e i nuovi acquisti in attacco non si sono inseriti al meglio. In difesa, tuttavia, Grillo è subito entrato tra i titolari.

ATROMITOS
Acquisti: Emiliano Bullari (attaccante, 2001, Olympiakos), Theofanis Mavromatis (difensore, 1997, Panathinaikos), Bright Edomwonyi (centravanti, 1994, prestito, Austria Vienna).
Cessioni: Azer Bušuladžić (centrocampista, 1991, Anorthosis), Spyros Risvanis (difensore, 1994, Anorthosis).

Con il ritorno di Canadi sulla panchina l’estate dell’anno scorso, la società di Peristeri sperava di poter ripetere le due ottime stagioni con cui la squadra biancazzurra aveva centrato, tre anni fa e per due stagioni di fila, un piazzamento tra le prime quattro accedendo ai preliminari di Europa League. Tuttavia, due settimane fa il tecnico austriaco è stato esonerato, in seguito a una stagione non troppo brillante, seppur con un discreto vantaggio sugli ultimi posti. Nella sessione invernale arriva Mavromatis a parametro zero, rafforzando numericamente un reparto arretrato scarno; l’attacco viene completato con l’acquisto del promettente Emiliano Bullari, 19enne greco-albanese dalla primavera dell’Olympiakos e dal centravanti nigeriano Bright Edomwonyi, in prestito dall’Austria Vienna fino a giugno. Vengono ceduti Spyros Risvanis e Azer Bušuladžić, rispettivamente centrale di difesa e mediano, entrambi all’Anorthosis Famagosta.

Voto: 5.5
Con l’arrivo a parametro zero di Mavromatis, un giocatore dell’esperienza di Risvanis poteva essere tenuto, per dare maggiore solidità alla difesa. Mercato troppo inconsistente per poter ambire ai playoff, ormai irraggiungibili.

PAS GIANNINA
Acquisti: Jurij Lodygin (portiere, 1990, svincolato), Nicolae Milinceanu (centravanti, 1992, Vaduz), Alexis Triadis (centrocampista, 1997, svincolato)
Cessioni: Theodoris Venetikidis (portiere, 2001, svincolato)

Anche qui un mercato con pochi nomi ma buoni. A partire dal portiere che, per il campionato greco, ha un curriculum importante. Jurij Lodygin è metà greco e metà russo, che ha cominciato la carriera in Grecia e, grazie ad un’ottima stagione allo Xanthi, è stato acquistato dallo Zenit San Pietroburgo, con cui ha conquistato due campionati russi e ha giocato da titolare in tre Champions League, per poi fare brevi passaggi tra Olympiakos, Gaziantep FK (Turchia) e Arsenal Tula. A gennaio è stato ripescato dal PAS Giannina dopo sei mesi di inattività, prendendosi subito il posto da titolare. Ιn attacco arriva dal Vaduz il moldavo Nicolae Milinceanu, una punta che ha girato mezza Europa: partito dalle giovanili del Monaco ha giocato in Romania, Moldova, Bielorussia, Malta e Svizzera, per poi essere preso dal PAS: nei primi scampoli di partita ha segnato una rete contro l’Atromitos, ma la concorrenza è tanta: Pamlidis, Krizman, Léo e lo stesso Milinceanu per due maglie nel 4-4-2 di Giannikis. Un altro nome curioso è quello del centrocampista classe ’97 Alexis Triadis: nato a Herdecke (Germania), non aveva mai giocato in Grecia visto che ha militato nelle serie minori tedesche e nella squadra dell’UCLA negli Stati Uniti. Si tratta di una scelta dell’allenatore Argyris Giannikis, il quale conosce il giocatore e lo aiuterà ad ambientarsi, dato che è nato a Norimberga e ha allenato per anni nel Karlsruhe.

Voto: 6.5
Mercato contenitivo ma Lodygin è una garanzia ed è anche arrivato a soli 30 anni, che per un portiere non sono tanti. Ottimo colpo che vale mezzo punto in più.

APOLLON SMYRNIS
Acquisti: André Calisir (centrale difensivo, 1990, Göteborg)
Cessioni: nessuno

La squadra di Giannis Paraschos si è rinforzata in difesa con l’esperto Calisir, giocatore della Nazionale armena, e ha rinnovato con la punta Nikos Ioannidis. Abbiamo già finito il nostro resoconto per una società che, dopo il restyling operato per la promozione in Super League 1, non ha voluto stravolgere i piani.

Voto: 6
Per mettere la ceralacca sulla salvezza non serviva fare alcun colpo di scena.

OFI
Acquisti: Luc Castaignos (centravanti, 1992, Gyeongnam)
Cessioni: nessuno

La squadra isolana sta affrontando una stagione e, in particolare, un momento molto difficile: i bianconeri sono reduci da sei sconfitte di fila in campionato, occupano l’undicesimo posto in classifica e sono a solo 4 punti di distanza dal Lamia, terzultimo. La scommessa di affidarsi a Giorgos Simos, ex allenatore della primavera dell’AEK, non ha prodotto i risultati sperati, complice l’inesperienza del tecnico (che non ha allenato nessuna squadra al di fuori dell’OFI) e anche lo smantellamento della squadra, che la scorsa estate ha visto partire ben 15 giocatori, tra cui Semedo, Manos, Figueiredo e Koutroubis, acquistando principalmente calciatori giovani ma anch’essi senza esperienza. L’unico acquisto di questa sessione invernale è stato Luc Castaignos, punta centrale classe 1992, con un passato tra squadre di livello come Inter, Eintracht Francoforte e Sporting Lisbona: è reduce da due anni in Corea con il Gyeongnam, squadra che milita nella Serie B nazionale e con cui l’olandese non ha particolarmente brillato. Dopo la svendita totale della scorsa estate, a gennaio la società ha optato logicamente per mantenere tutti, senza vendere o mandare in prestito alcun giocatore.

Voto: 4.5
Mercato deludente, servivano diversi giocatori per ogni reparto con esperienza in Super League 1, per poter lottare ed ottenere più punti possibili prima della fine della regular season.

LAMIA
Acquisti: Ángel Martínez (terzino sinistro, 1991, Vitorul), Piti (trequartista, 1981, Pinto), Adama Ba (ala, 1993, Berkane), Manjrekar James (centrale difensivo, 1993, prestito, Midtylland), Theofanis Tzandaris (centrocampista, 1993, svincolato), Tyronne (trequartista, 1991, svincolato), Valentinos Vlachos (terzino destro, 1992, svincolato), Elmar Bjarnason (centrocampista, 1987, svincolato), Gevorg Ghazaryan (ala sinistra, 1988, prestito, AE Limassol).
Cessioni: Leonardo Villalba (trequartista, 1994, Club UTC), Miguel Bianconi (centravanti, 1992, Levadiakos), Andreas Vasilogiannis (ala, 1991, Chania), Ibrahima Niasse (mediano, 1988, svincolato, Ionikos), Angelos Zioulis (centrale difensivo, 1995, Chania).

Mercato corposo per una squadra che lotta per la salvezza. I ritorni degli spagnoli Piti e Tyronne sulla trequarti alzano l’età media ma sono una garanzia, visto che conoscono l’ambiente Lamia, avendo già giocato con i biancoblù, e la qualità non manca nei loro piedi. Ιl primo è alla sua terza esperienza in squadra, mentre il secondo è stato sfortunato con l’infortunio a fine gennaio contro il Panathinaikos, saltando le ultime tre partite. Il nome più importante è quello dell’armeno Ghazaryan, ex Olympiakos: un giocatore che a Lamia, se trova la forma dei tempi migliori, può stupire. L’ala mauritana Ba arriva dai marocchini del Berkane, dopo le esperienze in Francia tra Ligue 1 (Brest, Bastia), Ligue 2 (Ajaccio) e Turchia (Gaziantep FK e Giresunspor). Dal lotto degli svincolati arrivano i greci Vlachos e Tzandaris, mentre il centrocampo si arricchisce con l’islandese Bjarnason, che aveva partecipato e giocato con la propria Nazionale nell’Europeo del 2016. Lo spagnolo Ángel Martínez ha già preso la corsia difensiva di sinistra, mentre il canadese James va a rinfoltire il centro della difesa. Con l’inizio della Super League 2, quattro giocatori hanno lasciato il Lamia per giocare nella categoria cadetta, mentre l’argentino Villalba è andato in Perù al Club UTC.

Voto: 6+ La risalita è lenta e con questi giocatori si cerca la salvezza. Si rinforza la colonia iberica che è sempre stata rappresentativa, mentre il resto degli innesti può essere utile alla causa. Voto di incoraggiamento.

PANETOLIKOS
Acquisti: Hélder Barbosa (ala, 1987, Hatayspor), Nikos Karelis (attaccante, 1992, ADO Den Haag), Edin Cocalić (centrale difensivo, 1987, Altay), Giorgos Manthatis (ala, 1997, svincolato), Delvin N’Dinga (mediano, 1988, svincolato)
Cessioni: Luis Mosquera (ala, 1999, svincolato), Juan Ignacio Álvarez (ala sinistra, 1997, fine prestito, Chacarita Juniors)

Si rivedono nomi che avevano lasciato il campionato greco. Hélder Barbosa dal 2014 al 2016 aveva giocato nell’AEK, avendo anche avuto l’attuale allenatore del Panetolikos Traianos Dellas in panchina. Una carriera importante in Portogallo, partito dalle giovanili del Porto e con un buon triennio al Braga, per poi approdare nel campionato ellenico e infine in Turchia tra Akhisarspor e Hatayspor. Il portoghese ha firmato per un anno e mezzo: «Sono felice di tornare in Grecia, conosco molto bene il Panetolikos» le sue prime parole. Dopo due stagioni all’estero torna anche Nikos Karelis, attaccante che in gioventù prometteva molto ma non ha avuto stagioni positive nell’ultimo quinquennio. Il 33enne Edin Cocalić in difesa è un rinforzo di livello dato che è esperto e, sì anche lui, aveva già giocato in Grecia, nel biennio 2010-2012 con il Panionios. Giorgos Manthatis era un prodotto delle giovanili dell’Olympiakos, che ha giocato tra PAS Giannina, Panionios e Anorthosis (Cipro) in prestito per poi svincolarsi ad ottobre: in cerca di riscatto, ha già segnato al debutto contro l’OFI. Infine, Delvin N’Dinga è un altro conoscitore del calcio greco avendo giocato nel biennio 2013-2015 all’Olympiakos in prestito dal Monaco e rimasto svincolato dopo l’esperienza all’Antalyaspor.

Voto: 6.5
La squadra è penultima e flirta con la retrocessione diretta. A livello di nomi la sessione è stata di alto livello, ma alcuni vengono da un periodo di inattività: l’usato sicuro è la ricetta giusta per la salvezza?

LARISSA
Acquisti: Adrián Colombino (regista, 1993, Montevideo Wanderers), Mathías Acuña (centravanti, 1992, Montevideo Wanderers), Adrián Jusino (centrale difensivo, 1992, Club Bolívar), Änis Ben-Hatira (ala, 1988, svincolato), Benjamin Moukandjo (attaccante, 1988, Valenciennes), Nikola Jakimovski (terzino, 1990, Trapani), Maksim Maksymenko (difensore, 1990, Kolos Kovalivka),
Cessioni: Steliano Filip (terzino, 1994, Dinamo București), Vangelis Platellas (ala, 1988, Ionikos Nikeas), Gabriel Torje (attaccante, 1989, Bandırmaspor).

I vyssini stanno disputando la peggior stagione da quando, nel 2016, sono tornati nella massima serie. Sulla panchina è stato richiamato Gianluca Festa, principale fautore della salvezza ottenuta due anni fa, dopo aver esonerato in sei mesi già due allenatori. In concomitanza con l’arrivo del nuovo tecnico il patron Kougias ha acquistato moltissimi giocatori, per cercare di salvare una stagione negativa. Per l’attacco sembrava tutto fatto per l’attaccante argentino Bruno Baranco, in forza all’Olympiacos Volos, ma il trasferimento è saltato poiché il giocatore e la sua famiglia volevano un contratto più  corto di quando stabilito inizialmente. La squadra della Tessaglia ha allargato il proprio orizzonte calcistico, andando a ingaggiare tre calciatori sudamericani, di cui due dal Montevideo Wanderes: a centrocampo è stato preso il mediano ed ex capitano della squadra uruguagia Adrián Colombino, che ha firmato un contratto di due anni e mezzo; l’attacco è stato rinforzato da Mathías Acuña, compagno di squadra di Colombino al Montevideo, mentre il terzo sudamericano è il nazionale boliviano Adrián Jusino, difensore centrale 28enne. Per il reparto offensivo spiccano anche i nomi di Ben-Hatira, che ha giocato per l’Amburgo, l’Hertha Berlino e l’Eintracht Francoforte, salvo poi perdersi e finire svincolato, e di Benjamin Moukandjo, camerunense che ha girovagato prima in Francia e poi in Cina. Sulla fascia, in difesa, viene preso il macedone Nikola Jakimovski, ex Trapani, Benevento e Bari, voluto personalmente dal tecnico italiano  per far fronte all’assenza di un terzino sinistro. Il reparto arretrato viene completato dall’ucraino Maksim Maksymenko, centrale 30enne del Kolos Kovalivka. Per quanto riguarda il capitolo cessioni, lasciano la squadra Filip, che torna in patria alla Dinamo București, Platellas che si aggrega allo Ionikos Nikeas in SL2 e Torje, jolly offensivo che si accasa al Bandırmaspor.

Voto: 6+ Moltissimi acquisti che Festa dovrà cercare di integrare nella rosa, per evitare di perderli nei profondi meandri dell’organico.

A cura di Paolo Santarelli ed Enzo Navarra

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Il piatto Giakoumakis raccontato dalla proprietaria del ristorante che lo ha inventato

Le 20 reti (con due poker e una tripletta) nelle prime 19 giornate in Eredivisie hanno portato Giorgos Giakoumakis ad essere nel giro di pochi mesi l’idolo del VVV-Venlo. Il ristorante greco Kreta, situato proprio nella città limburghese, nella mattinata di ieri ha pubblicato sui propri social un nuovo piatto (gyros e bifteki con insalata, tzatziki, riso e patate a 15€) battezzandolo proprio col nome Giakoumakis. Abbiamo intervistato Elena Tsatsou, proprietaria dell’attività, che in queste ore ha avuto un notevole risalto dal punto di vista mediatico, con l’iniziativa citata da numerosi siti greci e anche dal De Telegraaf.

«Sapevo dell’esistenza di un calciatore greco qui a Venlo. Alcuni clienti mi mandavano dei messaggi su Facebook dicendo quanto fosse forte e proponendomi di dare il nome di Giakoumakis a un piatto. All’inizio non ho dato così tanta importanza, poi me lo chiedeva sempre più gente e mi sono detta: “Non sarebbe una brutta idea, così vengono più persone a guardare la pagina per la nostra offerta”. Così ieri mattina ho pubblicato il piatto speciale sulla pagina del nostro ristorante». Ed è stato un successone, con quasi 200 reazioni, 90 commenti e 45 condivisioni solo su Facebook.

Questa chicca è arrivata anche alle orecchie dello stesso Giorgos Giakoumakis: «Sempre ieri gli abbiamo scritto su Instagram, parlandogli del piatto e dicendogli che eravamo fieri di lui. Ci ha risposto ringraziandoci e promettendoci di passare a trovarci nei prossimi giorni: ora non saprei se è stato solo gentile o se effettivamente verrà qui» ci dice Elena, che rivela anche un altro retroscena: «Un nostro cliente olandese, tifoso pazzo di Giakoumakis, voleva regalare al giocatore un poster, chiedendo anche a noi di contribuire. Noi gli abbiamo offerto una cena per due nel nostro ristorante, ma sfortunatamente è arrivato il lockdown (nei Paesi Bassi i ristoranti sono chiusi al pubblico dallo scorso 15 ottobre, ndr) e non ha fatto in tempo».

«Solo nella giornata di ieri, dopo il nostro post, abbiamo avuto tantissimi ordini nel nostro ristorante. – prosegue Elena Tsatsou – Questo ci aiuta sia economicamente che dal punto di vista dell’immagine. Addirittura gli olandesi ci mandavano messaggi con gli articoli greci su di noi. Sinceramente non me l’aspettavo tutto questo clamore, lo volevo fare solo per strappare qualche risata ma si è rivelato un grande successo».

Il ristorante Kreta collabora con il servizio online di ordinazione e consegna pasti InVenlo, il quale andrà dalla società del VVV «affinché Giakoumakis possa venire da noi a ritirare il piatto dedicato a lui. Oppure potrebbe, con la sua bicicletta, portare come fattorino il suo piatto ad un tifoso».

Quindi l’interessante operazione marketing sul giocatore greco potrebbe non finire qui.
E la scorsa settimana è approdato al VVV-Venlo, in prestito dall’Ascoli, anche l’ex Panathinaikos Christos Donis: chissà se anche lui verrà adorato dai tifosi gialloneri…

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Il sorteggio da dilettanti della Coppa di Grecia

[Traduzione e adattamento dell’articolo di Kostas Bratsos per Contra.gr, che potete trovare qui.]

Grecia. Il paese che ritiene di avere il diritto di appartenere tra le Top 20 d’Europa a livello calcistico e quotidianamente ci dimostra che è in dubbio la sua presenza tra le Top 54 dei 55 membri totali della UEFA. Un ultimo esempio? Il sorteggio della sua seconda più importante competizione, la Coppa di Grecia, dello scorso 5 gennaio.

Partiamo dal fatto che l’ente organizzatore del torneo, ossia il massimo ente calcistico greco (la Federcalcio, ndr), nella mattinata del giorno del sorteggio non conosceva nemmeno quali squadre avrebbero fatto parte alla competizione: nell’epoca del coronavirus forse questo non può essere così fuori di testa. Anche la confusione causata dal via libera della Commissione governativa di virologi sulla partecipazione delle squadre di Super League 2, ma in diverse date da quelle previste dalla Federcalcio è anche questa una… accettabile pennellata greca. Almeno, quando è cominciato il sorteggio, sapevamo quali squadre avrebbero partecipato. Perché pochi minuti prima, no.

Questa è stata anche la ragione per cui il sorteggio è cominciato in ritardo, ma quando abbiamo superato questo ostacolo, è giunta l’ora di insegnare un po’ di cultura organizzativa greca ai paesi che, in maniera anche arrogante, definiamo inferiori a noi, calcisticamente parlando.

Con noi la signora Nicole

La telecamera per il live streaming negli uffici della EPO (Federcalcio greca, ndr) a Parko Goudì (ad Atene, ndr) si accende e l’inquadratura mostra due persone della Federcalcio, i quali aspettano e non si rendono conto che la trasmissione è cominciata. Si tratta del presidente della sottocommissione per la Coppa, Damianos Gavriilidis, e della segretaria della sottocommissione, Maria Giannopoulou. Ad un certo punto, la signora Giannopoulou ha visto un segno dalla persona che era dietro la telecamera per l’inizio della diretta. Tocca l’avambraccio del signor Gavriilidis per informarlo e, dopo qualche secondo, comincia il sorteggio. Quello che chiamiamo il bello della diretta, no?

In uno scenario che ricordava molto la lotteria della Sagra della Nocciola (senza offesa), le due persone incaricate del sorteggio avevano tutta la buona volontà, ma non i mezzi. Il signor Gavriilidis ha spiegato come poteva il motivo per cui partecipavano solamente le squadre di Super League 1 in Coppa e, quando era già cominciato il sorteggio, ha fatto una brusca pausa perché si è ricordato di presentare il resto delle persone presenti nella stanza. Tra di loro c’erano il direttore del settore agonistico della Federcalcio Giorgos Stasinopoulos il «rappresentante delle relazioni pubbliche lo definirei, dell’ufficio stampa?» Michalis Zolotas e «la signora Nicole», quindi di oscura provenienza, ma probabilmente la persona che gestiva la telecamera della produzione.

Le palline erano uscite da una busta sigillata ed erano state controllate («le contiamo, così non abbiamo problemi»), erano state sorteggiate le due squadre che sarebbero passate alla fase successiva con un bye (Panathinaikos e Lamia) e dopo aver spiegato brevemente il regolamento, è stato effettuato il resto del sorteggio. Il signor Gavriilidis pescava le palline dall’urna, le apriva, le… passava alla signora Giannopoulou alla sua sinistra e lei si fermava a scrivere le squadre estratte, per poi sistemare le palline aperte e i foglietti. Le coppie sono state PAOK-Larissa, Volos-OFI, PAS Giannina-Atromitos, Aris-Asteras Tripolis, AEK-Apollon Smyrnis e Panetolikos-Olympiakos che si sfideranno in partite di andata (tra oggi e domani) e ritorno (2-3-4 febbraio).

Un sorteggio di 18 minuti in cui la Federcalcio non è servita

E qui facciamo un flashback per vedere un altro sorteggio di coppa che è stato trasmesso in diretta. Si tratta del 3° turno di FA Cup, che è stato effettuato a dicembre. La procedura è avvenuta negli studi della rete televisiva detentrice del pacchetto principale dei diritti di trasmissione, BT Sport, presentata da un giornalista della rete, Darrell Currie, che descriveva brevemente le caratteristiche di ogni squadra estratta. La persona che pescava le squadre era l’ex giocatore di Premier League e attuale commentatore Robbie Savage.

L’ex centrocampista gallese non ha dovuto contare le palline prima di cominciare il sorteggio, perché era stato già fatto da chi di dovere. Né lui, né il conduttore scrivevano su un foglio A4 le squadre sorteggiate, perché queste apparivano sulla grafica. Ah sì, c’erano anche le grafiche che ci facevano vedere gli accoppiamenti.

Non ci vuole uno show, ma solo contare prima le palline

Può sembrare un mondo diverso, ma non lo è. Il sorteggio greco, che non aveva squadre come il Boreham Wood o il Chorley come in quello inglese, ma (anche se… di straforo) le 14 migliori squadre del paese, non poteva essere organizzato come in Inghilterra, negli studi del canale televisivo che ha i diritti, in questo caso di Cosmote TV, per evitare questa figura da dilettanti che abbiamo visto?

Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, questo non fosse possibile, la migliore produzione che poteva preparare la Federcalcio è stata quella che abbiamo visto? Non che non ci siano soldi in Federazione per qualcosa del genere – con gli ingenti stipendi e sussidi che vengono distribuiti – ma con un’organizzazione semplice le cose sarebbero potute indubbiamente migliorare.

I giornalisti che lavorano in Federazione potrebbero presentare il sorteggio e le persone della sottocommissione di Coppa (i quali ovviamente non possono essere incolpati di scarsa professionalità nella presentazione, perché non è tra le loro mansioni) limitati ad un ruolo di rappresentanza. La loro buona volontà non basta per non trasmettere al pubblico un’immagine comica, forte prova dell’inesistenza in cui sguazza da anni il calcio greco. Forse, invece di mostrare il sorteggio in live streaming, la Federcalcio poteva… nasconderlo sotto un tappeto? In ogni caso, non appena arriverà il momento delle partite, tutti saranno insoddisfatti dell’arbitraggio e di conseguenza verrà tolto il mantello di credibilità che impone la diretta del sorteggio.

L’apparire non è più importante dell’essere, anche se la lotta per l’essere è stata persa già da parecchio, dal momento che l’ente organizzatore viene a sapere chi parteciperà al torneo solo pochi minuti prima del sorteggio. La lotta per l’apparire è un po’ più semplice, ma il calcio greco che viene sconfitto da Omonia e Zorya in campo, evidentemente verrà sconfitto anche dalla disorganizzazione e il dilettantismo fuori dal campo.

Al minuto 6:37 le due ragazze si rendono conto dell’errore, che viene risolto al minuto 7:30.

Dall’altra parte, probabilmente dovremo essere felici di questa immagine, visto che abbiamo avuto anche il sorteggio di Football League, in cui mancava una pallina.

Forse il riconteggio non è stata affatto una brutta idea…

La Coppa di Grecia (INTIME SPORTS)

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Il Panathinaikos vuole celebrare alla grande i 50 anni da Wembley

Il 2021 è un anno particolare per il Panathinaikos perché è il 50° anniversario dall’Impresa di Wembley, come giustamente viene soprannominato il più grande successo del calcio greco a livello di club: la partecipazione del Panathinaikos nella finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Mezzo secolo è passato dal 2 giugno 1971 quando i Prasinoi, sotto la guida di Ferenc Puskás, hanno affrontato alla pari gli olandesi “volanti” di Johan Cruijff.

Questa impresa epica verrà festeggiata come merita. Il Panathinaikos FC dedica il 2021 alla squadra che più di ogni altra ha glorificato la società! Il 2021 sarà l’Anno di Wembley per tutta la famiglia del Trifylli!

Il Panathinaikos FC, volendo onorare i protagonisti di questo miracolo del calcio greco, ha progettato una serie di attività durante il 2021 che hanno come obiettivo la preservazione della memoria. Facendo rivivere le immagini, le nuove generazioni impareranno e verrà stimolata la memoria collettiva.

Concorso per il logo

La prima attività in ordine temporale, che presuppone la vostra partecipazione, è l’inizio di un concorso per la creazione del logo, il quale accompagnerà le prossime iniziative che riguardano l’Αnno di Wembley. Il logo verrà stampato sui vari gadget che verranno creati. Il concorso comincia subito e si concluderà il 1° febbraio. Chi desidera partecipare, dovrà completare il form che troveranno sul sito della società all’indirizzo https://www.pao.gr/wembley2021.

L’annuncio del logo vincitore avverrà il 3 febbraio sul sito della società e sui profili social ufficiali del Panathinaikos (Instagram, Facebook, Twitter). Il realizzatore del logo avrà tutta la serie di regali dell’Anno di Wembley e anche un doppio invito per l’anteprima del film sul Wembley.

Il film di Wembley

Il film per Wembley è la seconda iniziativa del Panathinaikos FC per far comprendere a tutti quanto fosse grande il percorso di quella squadra della stagione 1970-1971. La prima proiezione del film avrà luogo il 2 giugno, nell’anniversario della finale di Wembley, in una sala cinematografica che verrà comunicata prossimamente. Il film sarà di carattere storico in cui, tramite ricerche approfondite e interviste con i protagonisti, viene messa in risalto la massima impresa sportive con le sue implicazioni sociali. I più giovani impareranno e i più anziani ricorderanno che fatti all’apparenza non correlati si fossero legati in un modo magico, creando un’armonia assoluta!

Mostra fotografica virtuale

Il precursore del film sarà la mostra fotografica e di reperti storici virtuale. Valorizzando l’archivio del Panathinaikos e con il prezioso aiuto di ex calciatori, ma anche la collaborazione con i club che si sono trovato sulla strada del Trifylli per Wembley, sarà creata una mostra unica per i canoni greci. Purtroppo, la pandemia non consente la realizzazione della mostra dal vivo. Almeno, attraverso la rete, i milioni di tifosi del Panathinaikos da tutto il mondo potranno esplorare l’ambiente museale virtuale. La mostra aprirà le proprie porte interattive a maggio.

Serie di prodotti commerciali

L’Anno di Wembley avrà anche una sua serie commerciale. Magliette e tute che verranno indossate solamente nel 2021 e saranno da collezione, maglie da allenamento, zaini e indicativamente cappelli, sciarpe, tazze, penne, sottocoppe. Su tutti questi prodotti sarà raffigurato il logo vincitore del concorso e saranno disponibili a partire da febbraio.

Maglia da collezione

Nella prossima partita contro il Larissa, i giocatori del Panathinaikos indosseranno la maglia celebrativa dell’Anno di Wembley. Nella divisa da gioco un ricamo “abbraccerà” il trifoglio: da una parte ci sarà il numero 50 per l’anniversario del mezzo secolo e dall’altra la data della finale (il 2 giugno 1971, ndr). Inoltre, in tutte le partite casalinghe la squadra indosserà una maglia da allenamento dedicata all’anniversario di Wembley. Entrambi i prodotti saranno da collezione e verrano resi disponibili al pubblico da lunedì 11 gennaio tramite il sito www.paofc.gr.

Le attività per l’Anno di Wembley non si fermano qui. Ogni novità verrà annunciata sui canali ufficiali del Panathinaikos.

[Traduzione e adattamento dell’intero comunicato pubblicato oggi dal Panathinaikos FC.]

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Il Larissa minaccia di ritirarsi dal campionato!

Una decisione che avrebbe dell’incredibile. Il Larissa del presidente Alexis Kougias, attualmente penultimo con 7 punti in 13 partite giocate, starebbe pensando di ritirarsi dalla Super League 1 non per motivi economici ma per… i torti arbitrali!

Facciamo un passo indietro a domenica scorsa. Il Larissa ospitava il PAOK in casa e al 69′ si porta in vantaggio con il classe 2001 Dimitris Pinakàs, il next big thing del calcio ellenico. Al 95′ la squadra di Salonicco conquista un rigore, per atterramento di Swiderski da parte del portiere Nagy, che un minuto dopo viene trasformato da Vieirinha.

Un’azione che ha fatto scatenare numerose polemiche in casa Vyssinì (it. cremisi), a giudicare dal duro comunicato pubblicato a fine gara:

L’AEL FC (il Larissa, ndr) si lamenta molto dell’inesistente rigore assegnato dall’arbitro Evangelou, senza essere informato prima dal VAR, mentre Crespo e Szanucner (giocatore e collaboratore tecnico del PAOK, ndr), davanti agli occhi del quarto uomo Tsagkarakis, tenevano per il collo Bertos (difensore del Larissa, ndr) per non farlo entrare in campo, così i giocatori del PAOK potevano creare indisturbati l’azione che ha portato al rigore inesistente.

L’AEL FC manderà a Clattenburg (capo degli arbitri greci, ndr) il video della partita e in particolare tutte le azioni in cui Evangelou lasciava correre sui falli offensivi durante le azioni da fermo, ma anche l’ultima azione della partita in cui Evangelou e Tsagkarakis lasciavano Crespo e Sznaucner tenere fuori dal rettangolo di gioco Bertos. Così il PAOK ha organizzato l’azione in superiorità numerica e lo spazio in cui Swiderski ha fatto il movimento per conquistare il rigore inesistente sarebbe dovuto essere occupato proprio da Bertos.

Ci fa molta impressione qui a Larissa che Nova (pay-tv che ha i diritti per il campionato, ndr) e i suoi telecronisti non abbiano mai fatto rivedere l’azione. Ed è la prima volta che avviene in un’azione che decide il risultato finale.

Nel video sugli episodi dubbi della 14° giornata pubblicato oggi, che potete trovare qui, Mark Clattenburg dà tuttavia ragione a Evangelou (minuto 5.12) nell’azione del rigore al PAOK, dicendo che:

Il portiere non entra in contatto col pallone e va chiaramente ad intercettare la corsa dell’attaccante con le braccia, andando a toccare il suo piede e facendolo cadere.

Dopo le partite Panetolikos 2-1 OFI e Lamia 2-0 Aris, con le vittorie delle dirette concorrenti del Larissa in partite con qualche dubbio arbitrale, la società di Alexis Kougias ha emesso questo comunicato poche ore fa:

[…]
La nostra pazienza si è esaurita. Visto che la nostra società ha dimostrato nel tempo che non fa calcoli e non ha paura di niente, se questo comportamento illegale nei nostri confronti e i chiari vantaggi per i nostri avversari andranno avanti, arriveremo alla triste decisione di ritirare la nostra squadra o di giocare con la nostra U-19, in modo tale da non svincolare i nostri giocatori richiesti da altre società. Questo per dare una fine al marciume che regna dal 1996 nel calcio greco e che è stato purtroppo sopportato dai governi precedenti.
Naturalmente i primi che verranno informati saranno il premier Kyriakos Mitsotakis, il signor Gerapetritis (ministro “dello Stato” senza portafoglio, ndr) e i signori Laković e Georgiou della UEFA (rispettivamente direttore delle associazioni nazionali e uno dei membri di spicco dell’organo presieduto da Čeferin, ndr).

Dopo aver depositato la denuncia, Alexis Kougias terrà una conferenza stampa ad Atene, molto probabilmente in diretta su una nota rete televisiva a causa del coronavirus.

Domani il Larissa ospiterà il PAS Giannina e domenica prossima affronterà il Panathinaikos.
Con la speranza che una delle società più storiche del calcio greco, nonché vincitrice del campionato nel 1988 e della Coppa (1985 e 2007), prosegua in maniera regolare la Super League 1 2020-2021.

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Quando Atene festeggiava il Natale allo stadio

Κοstas Nestoridis (AEK) portato in trionfo in una foto degli anni Cinquanta. [fonte enwsi.gr]

Il 14 novembre 1926 nasce l’Epo, la Federcalcio greca. Questa nuova unione vuole organizzare il primo campionato nazionale greco, con squadre dall’Attica, dal Pireo e dalla Macedonia. Dopo un litigio con l’Olympiakos, la Federcalcio lo espelle da ogni competizione: in segno di solidarietà, anche Panathinaikos e AEK non partecipano e così l’Epo si priva anche delle due società ateniesi.

L’antefatto

Nell’autunno del 1927, viene creato il POK con Panathinaikos, Olympiakos e AEK, da cui viene tratta la K di Konstantinoupoleos (it. di Costantinopoli). Un trust tra le tre big del calcio ellenico, le quali giocavano tra di loro delle amichevoli, visto che in campionato non potevano partecipare. La situazione rientra nei ranghi nel luglio del 1928 con le tre società che tornano sotto la Federcalcio. Solo che le squadre in Grecia erano ancora molto poche, il calendario abbastanza vuoto e le società dovevano battere cassa. Quindi il POK ha un’idea, già provata a Salonicco e nel periodo di Pasqua: giocare durante le feste natalizie.

Ed era un’intuizione eccezionale. Un torneo di calcio in quel periodo, con le squadre più famose, che avrebbe dato più introiti alle società grazie agli incassi dei biglietti, in un’epoca senza sponsor e diritti televisivi. E la risposta del pubblico fu oggettivamente ottima. Già dalla fine degli anni Venti, i greci adoravano il calcio, riempiendo i (pochi) stadi. Specialmente nel periodo delle festività le opzioni per divertirsi erano poche per i portafogli della gente comune. E, come si chiede anche protagon.gr, chi non avrebbe speso due dracme dalla tredicesima per seguire questo nuovo, entusiasmante spettacolo?

La storia

Il timing, tuttavia, per l’applicazione dell’idea è stato il peggiore possibile. La prima vera edizione della Coppa delle Feste era programmata per il Natale del 1940 ma salta: due mesi prima Mussolini cercò di invadere la Grecia, che era in procinto di entrare in guerra. Nel Natale del 1943, con Atene occupata dalla Germania nazista, le società decidono di organizzare il torneo: al Leoforos l’Olympiakos batte per 5-2 il Panathinaikos davanti a più di 10.000 spettatori, mentre nei primi giorni del 1944 l’AEK mette al tappeto sia Panathinaikos (2-1) che Olympiakos (1-0), conquistando il trofeo. Ιl 12 ottobre 1944 Atene viene liberata dai nazisti: piccola particolarità, la Grecia festeggia il 28 ottobre, data in cui di fatto entra in guerra nel 1940, ma il 12 ottobre è una data passata totalmente in secondo piano.

Nel Natale del 1944 era prevista, in un’Atene finalmente liberata, la seconda edizione della Coppa. Ma quel giorno passa alla storia per la visita lampo di Winston Churchill nella capitale ellenica. Infatti, dal 3 dicembre, e per 33 giorni, Atene si trova sotto i colpi dei Dekemvrianà (it. Fatti di dicembre), con scontri tra le forze di resistenza armate e le forze del governo monarchico di unità nazionale instaurato dai britannici dopo la liberazione. La conquista della Coppa da parte dell’AEK non è così importante, con il Leoforos bombardato solamente il 23 dicembre e una situazione davvero fuori controllo in città.

Dopo due anni di pausa, si prova a tornare alla normalità nel 1947, con la nuova Coppa di Natale, che prende sempre più importanza negli occhi dei tifosi che vogliono dimenticare un decennio di guerra e fame. Nel 1950 dura per la prima volta due settimane ed è un torneo particolare: tutte le squadre arrivano a pari punti e, visto che nel regolamento non era previsto alcun criterio per avere un vincitore in questo caso, la Coppa non viene assegnata. Negli anni Cinquanta vengono invitate anche le squadre straniere, aiutando ad alzare il livello del calcio greco. Nel 1959 il Vojvodina distrugge per 8-3 il Panathinaikos con una tripletta di Toza Veselinović, che sarà poi allenatore dell’Olympiakos e dell’AEK. Un Olympiakos che, in quel decennio, sta costruendo il proprio mito, la propria leggenda, il proprio Thrylos: ai sette campionati vinti, si aggiungono anche le sei Coppe di Natale.

I ricordi

In un articolo del Natale di sei anni fa, gazzetta.gr ha dedicato un approfondimento su questo torneo, intervistando l’ex bomber dell’Olympiakos Ilias Ifantìs (classe ’36), una delle leggende della squadra del Pireo, e il difensore ex Apollon Smyrnis e Panathinaikos, Aristidis Kamaras (classe ’39). Se vi ricorda qualcosa l’ultimo cognome, non è strano: al fratello maggiore Georgios è dedicato lo stadio dell’Apollon, il Rizoupoli, mentre lo stesso Aristidis era titolare nel Trifylli sconfitto a Wembley nella finale di Coppa dei Campioni nel 1971.

La gente nelle feste non aveva altro tipo di intrattenimento. Il calcio regnava sovrano, le persone si aggrappavano allo stadio come l’uva! […] Le squadre erano poche e avevamo un calendario vuoto. Allora c’era un manager pazzesco, l’illustre signore Volanakis, che aveva come sede la città di Vienna e portava squadre straniere in Grecia per Natale e Pasqua. Arrivavano grandi squadre. Il Rapid, l’Austria, l’Hajduk: avevo visto persino Happel, pensate! Le squadre jugoslave avevano giocatori incredibili. In quel periodo, oltre al grande POK (Panathinaikos-Olympiakos-AEK), c’era anche il piccolo, con Apollon-Panionios-Ethnikos, che invitava anch’esso altre squadre. Dal 15 dicembre al 20 gennaio c’erano le vacanze invernali: visto che le società avevano bisogno di biglietti, sono stati creati tornei come la Coppa di Natale, la Coppa di Pasqua e la Coppa di settembre.

Aristidis Kamaras

Quell’epoca era unica ed irripetibile. Erano partite organizzate alla perfezione, dopo tanto studio dietro. Un torneo che non lasciava alcun spazio alle polemiche, non come avviene ora. […] Da quelle gare usciva una verità agonistica e culturale. Tutti abbiamo adorato questa competizione. Sia nella Coppa di Pasqua che in quella di Natale lo stadio era gremito. Anche allora c’era povertà, ma era diverso…
La cosa più importante? Da quelle partite si sono messi in evidenza grandi giocatori, perché davano l’opportunità agli allenatori di schierare ragazzi come me che poi hanno lasciato un segno.

Ilias Ifantìs

Mentre a Kathimerinì, in un articolo pubblicato ieri, lo stesso Ifantìs rammenta come ha conquistato il posto all’Olympiakos e un dettaglio sugli spalti:

Avevo 16 anni quando ho debuttato [nella Coppa di Natale]. Ho anche segnato e da quel momento l’allenatore mi guardava con un altro occhio. In poco tempo sono diventato un titolare e non giocavo solo quando ero infortunato. Hanno fatto male ad abolire queste competizioni.
Sugli spalti i tifosi erano sparpagliati, seduti tutti insieme e senza distinzione di squadra: non c’era il fanatismo di oggi. Certo, a volte c’erano dei piccoli episodi, ma gli altri tifosi li fermavano subito.

Per farvi capire la portata dell’evento, la prima pagina del quotidiano sportivo Athlitikì Ixò del 24 dicembre 1953 scriveva così:

Il fortissimo Vojvodina è arrivato ieri e si è allenato nel pomeriggio nello stadio del Panathinaikos. Tra i convocati sono presenti anche gli illustri nazionali Rajkov, Veselinović, Milovanov, Boškov (Vujadin, ex allenatore della Sampdoria scudettata, tra le altre, ndr). Domani pomeriggio la squadra affronterà la sua prima partita in terra greca contro l’AEK.

Un torneo che era diventato quasi il Boxing Day in salsa ellenica, non solo per il periodo dell’anno in cui veniva giocato, ma anche per la grande affluenza di pubblico. Con l’introduzione del campionato a girone unico nella stagione 1959-1960 e la dissoluzione del POK, la Coppa di Natale perde tanto appeal.

L’edizione del 1962, vinta dall’Olympiakos, sarà infatti l’ultima volta in cui i tifosi greci potevano unire Natale con il calcio…

P.S. Anche a Salonicco si organizzava la Coppa di Natale, ma le fonti sono davvero limitate. Un’edizione con PAOK, Aris e Iraklis era stata giocata tra la fine del 1956 e l’Epifania del 1957, con vincitore il Dikefalos.

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Qualificazioni Qatar 2022, parte prima: cosa ne pensano i nostri avversari?

In seguito al sorteggio per le qualificazioni europee a Qatar 2022, che avevamo seguito in diretta qui, abbiamo intervistato giornalisti che scrivono nei paesi che affronteranno la Grecia a partire dal prossimo marzo, quindi Spagna, Svezia, Georgia e Kosovo.

Nella prima parte di questa intervista abbiamo sentito Johanna Frändén dalla Svezia, giornalista ed editorialista dell’Aftonbladet, uno dei maggiori quotidiani scandinavi, e Uran Krasniqi, giornalista presso RTK, la radiotelevisione kosovara. Un modo per capire il punto di vista esterno sul girone di qualificazione e anche la Nazionale greca di John van ‘t Schip.

Cosa avete pensato appena avete visto il girone?

Johanna Frändén: Ho pensato che fosse un girone abbastanza agevole per la Svezia. Gli spagnoli sono chiaramente i favoriti per la vittoria – gli svedesi erano nello stesso girone con loro qualche tempo fa (qualificazioni Euro 2020, ndr) – e poi anche con la Grecia in trasferta sarà una partita difficile. Nelle partite restanti penso che la Svezia abbia la possibilità di conquistare tutti i punti a disposizione.

Uran Krasniqi: Il girone è difficile per la Grecia, la Georgia e il Kosovo. La Spagna è una delle big, mentre la Svezia non è affatto una squadra “piccola”. Sono convinto che la Spagna sarà prima, mentre ci sarà una grande lotta per il secondo posto. La Svezia non dovrà commettere alcun errore se vuole conquistare il posto per i playoff.

A cosa può puntare la Grecia e chi è il giocatore che temete maggiormente nella Nazionale greca?

Johanna Frändén: Direi che ora la Grecia è una squadra abbastanza anonima, con giocatori come Sokratis e Manolas che evidentemente non sono tra i convocati per motivi extracalcistici. Bakasetas sembra avere un discreto successo nel campionato turco.

Uran Krasniqi: Non solo la Grecia ma tutte le squadre, eccetto la Spagna, proveranno a conquistare il secondo posto. La Nazionale greca e quella svedese sono più esperte di Georgia e Kosovo. Tuttavia, le ultime due non devono essere sottovalutate. In questi tempi tutti sanno giocare a calcio e tutti possono battere qualsiasi avversario. La Grecia gioca un calcio collettivo, quindi non nominerei alcun giocatore in particolare.

L’emergenza sanitaria ha cambiato il calcio nei vostri paesi?

Johanna Frändén: Ha allungato la stagione (giochiamo tra la primavera e l’autunno in Svezia) e il pubblico ovviamente non può assistere alle partite. Tante società si trovano in precarie condizioni economiche a causa della pandemia e, probabilmente, non stiamo ancora vedendo la fine di questa situazione.

Uran Krasniqi: In questo momento il Kosovo non ha problemi con la pandemia da Covid-19. Purtroppo, però, il virus è ancora presente e non si sa come si svilupperà questa situazione né in che condizioni saranno i giocatori quando si giocheranno le partite a marzo.

Negli ultimi anni la vostra nazionale come si sta comportando e qual è l’obiettivo in queste qualificazioni?

Johanna Frändén: La Svezia ha ottenuto risultati importanti da quando Jan Andersson ha sostituito Erik Hamrén come commissario tecnico, dopo l’Europeo del 2016 in cui la squadra non andò molto bene. Il quarto di finale contro l’Inghilterra nel Mondiale del 2018 è stato il miglior risultato della Nazionale negli ultimi anni, la quale ha battuto l’Italia, la Francia, la Croazia e ha pareggiato contro la Spagna e i Paesi Bassi. L’esperienza nella Lega A di Nations League, tuttavia, è stato il vero banco di prova. La Svezia è capace di battere avversari più forti sulla carta, ma ripetersi contro Portogallo, Francia e Croazia è stata tutt’altra storia (Nations League terminata con la retrocessione in Lega B, ndr).

Uran Krasniqi: Nella prima edizione della Nations League il Kosovo ha avuto un’ottima prestazione, giocando nella Lega D. La Nazionale è stata fantastica prima del coronavirus e degli infortuni. Penso che se avessimo affrontato la semifinale contro la Macedonia del Nord a marzo, e non ad ottobre, allora il Kosovo sarebbe andato agli Europei. Però dobbiamo vedere le cose come stanno e il Kosovo è stato eliminato. Nella seconda edizione della Nations League, la Nazionale è stata indebolita dal virus e dagli infortuni. Penso che se non affronterà questi problemi, il Kosovo si potrà organizzare nella maniera migliore possibile e sarà uno delle pretendenti al secondo posto nel girone.

Quali sono i giocatori da temere e gli astri nascenti delle vostre Nazionali?

Johanna Frändén: Se Zlatan Ibrahimovic tornasse in Nazionale sarebbe davvero dura non nominarlo. Se si trova in buona giornata, Emil Forsberg del Lipsia è pericoloso, come ovviamente Dejan Kulusevski della Juventus.

Uran Krasniqi: Il Kosovo ha giocatori che militano nei maggiori campionati europei. In generale il centrocampo e l’attacco è buono, con gente che può creare costanti pericoli agli avversari. Zeneli (Reims, ndr), Rashica (Werder Brema, ndr), Muriqi (Lazio, ndr) e Celina (Digione, ndr) sono ottimi calciatori.

Ringraziandovi per la disponibilità, vi chiediamo un pronostico sul girone.

Johanna Frändén: 1° Spagna, 2° Svezia, 3° Grecia, 4° Kosovo, 5° Georgia.

Uran Krasniqi: Penso che la Spagna sarà al primo posto. Dietro vedo facilmente favorita la Svezia, molto facilmente. Non sarebbe comunque una sorpresa se altre squadre, al di fuori della Svezia, conquistassero il secondo posto.

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Cosa sta succedendo al campo dell’Olimpico?

Mercoledì sera si è giocata AEK-Olympiakos, terminata 1-1, e una parte delle dichiarazioni nel dopogara dei due allenatori si è concentrata su un fattore. «Potevamo fare qualcosa di meglio nel palleggio, ma è un campo che non ti permette di giocare a calcio. […] Penalizza entrambe le squadre» le parole di Massimo Carrera, mentre Pedro Martins è stato anche meno diplomatico: «Questo terreno di gioco sembrava una pista di pattinaggio, i giocatori scivolavano spesso ed era molto pericoloso. Nella ripresa abbiamo avuto occasioni, migliorando il nostro gioco, ma in generale è stata una brutta partita a causa del campo».

Il grande indiziato è il terreno dello Stadio Olimpico di Atene, il quale si trova da qualche mese in condizioni a dir poco disastrose e qui vi tracciamo una breve cronistoria degli eventi.

La prima volta con le toppe

La situazione del campo dell’Olimpico era da mani nei capelli già nel momento in cui si sarebbero dovuta disputare la finale di Coppa il 30 agosto tra AEK e Olympiakos, poi rinviata a causa della positività al virus di Maxi Lovera. Nell’allenamento dell’Olympiakos nello stadio, il capo ufficio stampa della squadra del Pireo Nikos Gavalas ha registrato un video denunciando le condizioni del campo due giorni prima della finale, il 28 agosto.

Come potrete notare, il terreno è secco e rattoppato all’altezza delle due porte.

La finale si è giocata il 12 settembre al Panthessaliko di Volos. E l’Olimpico? Chiuso da fine agosto per permettere la rizollatura del terreno di gioco.
La grande fortuna di AEK e Panathinaikos è quella di non aver avuto l’emergenza dello stadio per le prime due giornate di campionato. I gialloneri hanno saltato la prima giornata contro l’Olympiakos (per giocare la finale di Coppa, match recuperato ieri) e nella seconda partita ha giocato in trasferta ad Agrinio, contro il Panetolikos; i verdi hanno debuttato in trasferta a Tripoli, contro l’Asteras, mentre hanno saltato la seconda giornata contro l’Apollon Smyrnis.

Ιl nuovo terreno di gioco viene presentato giovedì 24 settembre, pronto per la partita AEK-Lamia della domenica seguente. Secondo gazzetta.gr il procedimento è stato fatto da «una delle migliori aziende, in tempi rapidi». Come vedremo, è l’inizio della fine.

La seconda volta, per risolvere l’errore

Basta solo ascoltare le prime parole di Brendan Rodgers, tecnico del Leicester, al termine della partita contro l’AEK dello scorso 29 ottobre:

«Ιl campo era davvero, davvero brutto. Forse non si è visto in televisione, ma era davvero dissestato e non favoriva il buon gioco». Parole dello scorso 29 ottobre, un mese dopo la prima rizollatura.

Secondo l’Ora ton Spor, il grande problema del primo cambio del manto erboso è che il 23% della parte inferiore era costituito da sabbia, mentre i parametri mondiali prevedono un 85-95%. Il 76% era composto da materiale argilloso: il terreno di gioco avrebbe potuto causare molto facilmente infortuni muscolari, ad ogni scivolata si sollevavano intere zolle e con la pioggia si rischiava la totale distruzione del campo. Inoltre, per un errore dal punto di vista chimico, l’erba non era in grado di sviluppare le radici e quindi col minimo contatto si staccava.

Dopo la partita Panathinaikos-Atromitos dello scorso 7 novembre, l’Olimpico subisce un altro cambio di look, ossia una nuova rizollatura. Approfittando della pausa nazionali (Grecia-Slovenia del 18 novembre e AEK-Larissa del 22 novembre si sono giocate a Rizoupoli), gli incontri “trasferiti” non sono stati tanti per AEK e Panathinaikos, che si sono divise i costi della rizollatura.

La terza volta in mezzo ai piccioni

Il portiere del Panetolikos Christopher Knett tra i piccioni durante la partita contro il Panathinaikos (INTime Sports)

Con questo terzo manto erboso, le scene viste sfiorano il tragicomico. La partita Panathinaikos-Panetolikos, terminata 2-1 per gli ateniesi il 29 novembre, è stata seguita da centinaia di spettatori nonostante fosse giocata a porte chiuse. Niente tifosi, ma piccioni: la semina del nuovo terreno ha attirato un intero stormo che ha assistito all’incontro a pochissimi metri dalle azioni di gioco. E questo fatto era già avvenuto contro l’Aris il 4 ottobre ma in maniera meno invadente.

Già dal 12 dicembre il Panathinaikos aveva evitato l’Olimpico per la partita contro il Pas Giannina, traslocando al Leoforos, a causa dei «problemi al manto erboso dello Stadio Olimpico». Cosa che è stata constatata nella sfida di mercoledì tra AEK e Olympiakos: pochi giorni prima ad Atene aveva piovuto per tante ore, ma il campo non ha affatto tenuto con tanti giocatori che scivolavano e il pallone che rimbalzava in maniera bizzarra.

Nella giornata di ieri il C.d.A. dell’OAKA – che comprende anche altre strutture tra cui il palazzetto di basket e le piscine – ha emesso questo comunicato:

Riguardo l’inaccettabile situazione del terreno di gioco dello stadio centrale, il C.d.A. dell’OAKA precisa nuovamente i seguenti punti:
1. Nell’ambito degli accordi di concessione per l’uso dell’OAKA che hanno firmato per anni Panathinaikos e AEK, le due società sono esclusivamente responsabili della semina, della cura e della situazione generale del campo.
2. Purtroppo, come si vede dai risultati, le scelte sbagliate hanno portato a un degrado duraturo e senza precedenti del migliore impianto calcistico del Paese, senza alcuna responsabilità della dirigenza e dei membri dell’OAKA.
3. Inoltre, questa situazione danneggia economicamente l’OAKA, a causa dell’annullamento di partite come la finale di Coppa e di due partite della Nazionale.
4. Segnaliamo che i problemi del terreno di gioco, escludendo il fatto della pubblicità negativa al migliore impianto olimpico del Paese, mettono in ombra il duro lavoro che il viceministero dello Sport con la dirigenza dell’OAKA stanno svolgendo per la prima volta dai Giochi Olimpici del 2004.
5. Il C.d.A. dell’OAKA, prima dello svolgimento dell’incontro AEK-Olympiakos e più precisamente il giorno precedente (martedì, ndr), notando le dimensioni del problema, ha deciso di comune accordo con le società Panathinaikos e AEK di prendere immediatamente delle misure in modo da:
• proteggere la salute degli atleti;
fermare l’ingiusta denigrazione dell’OAKA per atti di terzi;
riparare i danni finanziari causati da questa situazione inaccettabile e prevenire altri problemi economici.

Così, lo Stadio Olimpico è stato chiuso di nuovo. Dopo l’ufficialità del trasloco temporaneo del Panathinaikos al Leoforos e dell’AEK che si sposta a Rizoupoli per la partita contro il Volos di lunedì prossimo, già nella serata di ieri sono circolate le fotografie dall’inizio dei lavori di rizollatura.


L’obiettivo è il 18 gennaio, quando l’AEK affronterà l’Atromitos.
Sperando che sia la volta buona.

P.S. Il 6 gennaio l’AEK dovrà affrontare in casa il Panetolikos, ma nello stesso giorno l’Apollon Smyrnis dovrà ospitare al Rizoupoli il Panathinaikos.
Quindi i gialloneri dovranno trovare un altro campo oppure la partita sarà rinviata.

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L’OFI si rende solidale ma a qualcuno non piace

La squadra cretese di Irakleio si rende protagonista di un gesto straordinario. Lo scorso martedì la Federcalcio ha annunciato che la somma della UEFA destinata alla Grecia per il programma Solidarity (stagione 2019-2020) verrà divisa in parti eque alle 14 società di Super League 1.

Ogni società, dunque, riceverà 333.110,46 euro. L’OFI, notizia di mercoledì, ha proposto alle altre 13 società della massima divisione di donare una percentuale, da decidere nel C.d.A. della Super League 1, di questa somma alle società di Super League 2 e Football League. Un aiuto concreto, dopo quello simbolico di due settimane fa.

La società cretese ha proposto inoltre di raccogliere il totale e mandarlo allo PSAP (Αssocalciatori greca) che sarà il garante di questa iniziativa.

Le reazioni

Se i conterranei, in quanto cretesi, dell’OF Ierapetra hanno accolto in maniera positiva l’iniziativa, ci sono alcuni presidenti che sono contrari.

Il Panachaiki 1891 FC non fa elemosina. Non chiede aiuti da nessuna società e in tutti questi mesi ha dimostrato che con un progetto e una giusta organizzazione si può affrontare questo golgota. Con questa proposta dell’OFI vengono sottovalutati in maniera chiara tutti i presidenti-finanziatori delle società di Super League 2 e Football League che con le unghie e con i denti stanno attualmente lottando per tenere in piedi le proprie squadre. Chiediamo di finirla con questa ridicola generosità che sottovaluta provocatoriamente l’asticella della nostra intelligenza.

Comunicato sul sito del Panachaiki

Sono assolutamente d’accordo col presidente del Panachaiki Giorgos Barlos. Cosa pensa l’OFI, che i nostri giocatori sono dei mendicanti? La dirigenza del Rodos presta attenzione ai suoi calciatori, cosa che fanno anche le altre società di Super League 2 e Football League. L’OFI non dovrebbe fare nulla! Se vuole raccogliere soldi, allora dovrebbe distribuirli alle famiglie povere di Creta, che ne hanno bisogno!

Tonis Martinis, presidente del Rodos (FL) intervistato da mikriliga.com

Durante il programma Sti Sentra, in onda sulla radio di Salonicco Metropolis 95.5, sono intervenuti il presidente dell’Assocalciatori greca Giorgos Bantis (ex portiere di Panionios e Lamia, attualmente svincolato) e il presidente del Trikala (Super League 2) Ilias Aivazoglou.

Con questa iniziativa, l’OFI ci ha ricordato perché amiamo questo sport. Non sono i soldi ma il gesto di solidarietà. Ci fa vedere come dovrebbe essere lo sport. […] Mi sembra triste che si veda la parte negativa in questa iniziativa.

Giorgios Bantis, presidente Assocalciatori greca

Vorrei mettere le cose al loro posto. [L’OFI] Non può essere come la Madonna e distribuire soldi alle società. Ci offende. Ci sono giocatori non pagati? Con che diritto può dare soldi a giocatori che fanno parte delle società? [I calciatori] Non stanno giocando, non è che non vengono pagati: non dobbiamo confonderci. Le società non vengono pagate, i calciatori sì. Giustamente Bantis vuole il meglio per i giocatori ma l’OFI con quale diritto può fare questo. […] I soldi che ha mandato la UEFA per essere distribuiti dove vanno? Noi non abbiamo preso un euro. Li hanno presi le squadre di Super League 1. E l’OFI ora cosa fa? Vuole fare il buono con i giocatori?

Ilias Aivazoglou, presidente Trikala (SL2)

Insomma, da una parte abbiamo il bel gesto dell’OFI e dall’altra i presidenti delle società che vengono punti nell’orgoglio. Come sempre, è polemica.

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